giovedì 29 ottobre 2009

Sextus


Sono sette storie noir (edite da Palumbi Nicola Editore) che uniscono due generi apparentemente inconciliabili: il racconto nero e quello cattolico. Il comune denominatore delle storie è l'ineffabile alternarsi del peccato (o del delitto) al castigo, una metafisica che alcuni protagonisti dei racconti immaginano in senso causale, ma che non oserebbero esprimere come tale. Una meccanica che, tuttavia - come si conviene per il cristiano - resta sempre aperta alla speranza e alla misericordia.
Il racconto che dà il nome al libro è un mystic thriller che prende corpo nella Trento del gran Concilio: un sacerdote e il suo giovane aiuto sono alle prese con alcuni delitti inspiegabili, l'epidemia di tifo (che realmente portò al trasferimento del Concilio a Bologna) e un enigma numerologico che sarà svelato solo nel finale. Negli altri racconti, teatri del "delitto-peccato" sono una casa dimenticata, un appartamento cittadino, una nave da esplorazione, un treno notturno.

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giovedì 8 ottobre 2009

Barbarossa


Il prof. Franco Cardini ha espresso riserve sul film “Barbarossa” di Renzo Martinelli, in uscita domani nelle sale italiane. Cardini ha dichiarato il 5 ottobre al quotidiano Il Tempo: «Federico I fu il protagonista di una nuova e gigantesca concezione: rifondare l'impero romano-germanico di radice ottoniana (Carlo Magno non c'entra) alla luce della riscoperta del diritto romano giustinianeo, ripervenuto in Occidente da Bisanzio […] altro che cacciare lo ‘straniero!’».
E’ vero che Federico I puntava alla rifondazione del Sacro Romano Impero, ma le alterne vicende che lo contrapposero al papa legittimo segnarono per gli Hohenstaufen un rapporto con il papato (anche per la aperta pretesa di superiorità dell’Imperatore sul pontefice, in contrapposizione al Dictatus Papae) meno cristallino rispetto all’impegno moralizzatore degli Ottoni (I e II soprattutto) che, sul finire del X secolo, fu di ben altro spessore ideale e realmente benefico per la Chiesa dilaniata del ‘secolo di ferro’. A questo proposito, c’è un retroscena interessante: Callisto III, zio di Alessandro VI scelse forse il nome Callisto e il numerale terzo proprio per cancellare la memoria dell’omonimo antipapa fedele al Barbarossa. C’è di più: probabilmente anche la scelta del nome Alessandro da parte di Rodrigo Borgia avvenne proprio – come osservato da alcuni storici - in memoria di quell’Alessandro III (cui fu intitolata la città di Alessandria), che scomunicò il Barbarossa per aver eletto in un sinodo illegittimo l’antipapa Vittore IV.